Un Ministro renitente alla legge

Con una forzatura al limite dell’abuso di potere il Ministro Alfano ha nuovamente calpestato i principi dello stato di diritto, disattendendo la recente sentenza con la quale il TAR del Lazio ha accertato l’illegittimità del potere amministrativo di disporre la cancellazione delle trascrizioni dei matrimoni same-sex celebrati all’estero.

A distanza di un mese dalla pronuncia che ha annullato sia il provvedimento di cancellazione del Prefetto di Roma sia la circolare del Ministro Alfano nella parte in cui attribuiva ai prefetti un potere di intervento diretto sui registri dello stato civile, una nota ministeriale datata 2 aprile 2015 ha richiamato il prefetto di Reggio Emilia a “procedere senza indugio” a rivolgere al Sindaco della città emiliana formale richiesta di cancellazione delle trascrizioni effettuate il 25 di marzo, di due matrimoni esteri, entrambi di due coppie di donne.

L’ordinanza del Prefetto rivolta al Sindaco ha prodotto l’annullamento delle trascrizioni, determinando per l’ennesima volta una situazione di illegittimità e di prevaricazione di facoltà e prerogative che, come ha accertato lo stesso TAR, appartengono unicamente al Giudice ordinario.

Nessuno può cancellare un atto dai registri di stato civile se non ottemperando ad un provvedimento giudiziale reso all’esito di un giudizio che garantisca ogni diritto di difesa” dichiara l’avv. Maria Grazia Sangalli, presidente di Avvocatura per i Diritti LGBTI – Rete Lenforddiversamente si produrrebbero situazioni di abuso che incidono sullo status dei cittadini e sui loro rapporti: il ministro di un governo xenofobo potrebbe, un domani, ordinare la cancellazione dal registro di un matrimonio interraziale. Il ripristino del principio dello stato di diritto e della divisione dei poteri è questione che dovrebbe interessare tutti, a partire dal Governo del quale questo Ministro fa parte, al quale chiediamo di non avallare oltre questa situazione di illegalità“.

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