A settembre del 2018, Rete Lenford-Avvocatura per i diritti LGBTI e il Coordinamento Torino Pride erano stati ammessi come parte civile nel processo, promosso dal Coordinamento Torino Pride, contro la dottoressa Silvana De Mari, con l’accusa di fomentare l’odio nei confronti delle persone omosessuali.
A più riprese e attraverso molteplici canali, la dottoressa Silvana De Mari aveva attaccato la comunità LGBTI, con frasi che descrivevano i rapporti tra persone dello stesso sesso come delle forme di violenza fisica e paragonando l’omosessualità alla pedofilia.
Oggi, il Tribunale di Torino ha condannato la dottoressa De Mari a una multa di € 1500 per aver accusato il movimento LGBTI di voler «annullare la libertà di opinione e diffondere la pedofilia», al risarcimento dei danni da liquidare in separato giudizio civile, e a una provvisionale di € 2500 per ciascuna associazione.
Secondo l’Avvocato Michele Poté, che ha seguito il caso per Rete Lenford, «si tratta di una sentenza storica, sia pure di primo grado, in cui si puniscono discorsi di odio nei confronti delle associazioni e delle persone LGBTI».
Esprime soddisfazione la presidente di Rete Lenford, l’Avvocata Miryam Camilleri, che sottolinea: «Siamo felici di questa sentenza che prova ciò che sosteniamo da sempre: ledere la dignità delle persone LGBTI costituisce un comportamento illegittimo che ben giustifica l’intervento sanzionatorio del giudice penale. Attendiamo di leggere le motivazioni di quello che già oggi risulta un passaggio giurisprudenziale importantissimo sulla applicazione della norma che sanziona le condotte diffamatorie a danno anche delle persone LGBTI. Ci auguriamo che questa sentenza sia di stimolo per il legislatore affinché introduca in Italia una valida legge contro l’omobitransfobia al pari di quanto avviene in numerosi paesi europei».
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